Il docufilm Sotto un cielo di piombo. Il movimento di lotta per la casa a Roma (1961-1985) è stato realizzato con l’obiettivo di restituire a Roma una parte importante della sua storia, quella delle borgate storiche e dei baraccamenti, e delle lotte di centinaia di migliaia di persone per il diritto all’abitare.

Presentazione del docufilm “Sotto un cielo di piombo”

LA LOTTA PER LA CASA E I SERVIZI NELLE BORGATE E NEI BORGHETTI ROMANI ATTRAVERSO IL RACCONTO TESTIMONIANZA DEI PROTAGONISTI.

PARTE GENERALE: la speculazione edilizia: le borgate del fascismo; i borghetti; nascita del movimento di lotta per la casa; le Consulte Popolari; il Comitato Agitazione Borgate.

APPROFONDIMENTI: Acquedotto Felice- Pietralata- San Basilio

Agli inizi degli anni ’60 la paga degli edili era di circa 60mila lire al mese, ma difficilmente riuscivano a lavorare un anno intero. In media il fitto assorbiva il 35-40% del salario di un operaio.

Negli anni ’60 si stimavano in 300-400mila le persone bisognose di un alloggio e, nel biennio ’61-’62, visto che la situazione abitativa non migliorava, la lotta iniziò a radicalizzarsi con le prime occupazioni dimostrative di case popolari in tutta la città. A Poggio Ameno, sulla Cristoforo Colombo, vennero occupate case dell’INCIS; altre occupazioni si registrarono a Tufello, Tiburtino III, Primavalle, Pietralata e San Basilio. Era l’inizio delle lotte delle borgate ufficiali costruite dal fascismo che gradualmente si estenderanno anche ai borghetti, fatte da coloro che venivano chiamati «abusivi» in quanto non erano i «legittimi assegnatari» delle case popolari. Nel anni ’70 inizieranno le occupazioni delle case private.

Acquedotto Felice

Il baraccamento si estendeva a ridosso dell’Acquedotto Felice su entrambi i lati formando una lunga fila di baracche. Iniziava da via Tuscolana, all’altezza di Porta Furba, dove le baracche si congiungevano con quelle di via del Mandrione  e, sviluppandosi lungo il vicolo dell’Acquedotto Felice, arrivava fino a Cinecittà.

È nel quartiere borghese Appio Claudio, nelle baracche che sorgevano di fronte alla chiesa di San Policarpo, dove viveva perlopiù una comunità di abruzzesi provenienti da Villavallelonga, che si sviluppò una delle più importanti esperienze pedagogiche, di lotta e di riscatto di Roma contemporanea, la «Scuola 725», guidata da don Roberto Sardelli. Qui la miseria e la segregazione non hanno vinto. Attraverso la testimonianza di don Roberto Sardelli e dei suoi ragazzi si racconta la vita di questo piccolo borghetto formato da circa 185 famiglie dal 1968 al 1973.

Pietralata

Borgata storica con una netta e indiscussa egemonia del PCI e sede della più grande e attiva Casa del Popolo di Roma, Pietralata, diversamente da San Basilio, non è mai stata seriamente penetrata dai gruppi che si collocavano alla sinistra del PCI. La comunità, sviluppatasi nel disagio delle ‘casette sette lire’ e delle baracche, con la guida del PCI è cresciuta nel pieno spirito riformista trasformandosi in un popolo cosciente base del Partito Nuovo.

Con gli scioperi a rovescio gli abitanti di Pietralata si costruirono strade e piazze. Lottarono anche per avere un servizio di autobus. Fino al 1948 la gente, per arrivare in borgata dalla Tiburtina doveva prendere un pullman privato. Furono necessari ripetuti blocchi stradali sulla Tiburtina, mentre le donne salite sull’autobus convincevano l’autista a raggiungere la borgata. Queste lotte costrinsero le autorità a istituire il 101, prima linea di trasporto pubblico di collegamento di Pietralata con la Tiburtina e la città.

San Basilio

Quando il 5 novembre del ‘73 i sanbasiliani occuparono gli appartamenti del Lotto 23 bis, la borgata aveva già vissuto un ventennio di lotte per la casa e per i servizi totalmente innervate nel più vasto contesto di lotta che aveva coinvolto l’insieme delle borgate e dei borghetti romani. Disoccupazione, salari insufficienti per pagare un affitto al prezzo di mercato, sovraffollamento e tubercolosi mietevano vittime ed aumentavano vertiginosamente l’emarginazione della «seconda Roma»:  all’occupazione delle case non c’era nessuna reale alternativa. Qui la lotta per il diritto alla casa e i servizi si legò alla lotta degli operai della Tiburtina.

Sotto un cielo di piombo: scheda film

TITOLO: Sotto un cielo di piombo. Il movimento di lotta per la casa a Roma (1961-1985).

GENERE: Docufilm storico (Storia orale)

PROGETTO E INTERVISTE: Massimo Sestili

PRODUZIONE: AAMOD Archivio Audiovisivo  del Movimento Operaio e Democratico – IRSIFAR Istituto Romano per la Storia d’Italia dal Fascismo alla Resistenza- Massimo Sestili- Vincenzo Farenza- Tomi Mellina Bares

REGIA: Massimo Sestili- Vincenzo Farenza- Tomi Mellina Bares

FOTOGRAFIA: Vincenzo Farenza

MONTAGGIO: Angelo Santini

MUSICHE ORIGINALI E POST PRODUZIONE AUDIO: Guglielmo Nodari

OPERATORI ALLA MACCHINA: Vincenzo Farenza- Michel Giangiacomo- Alessio Pranteddu

SUONO IN PRESA DIRETTA: Tomi Mellina Bares- Guglielmo Nodari

Durata: 65 minuti- Colore- 2017

Interviste realizzate

  1. Pietralata, interno, sezione SEL di via del Peperino. Hanno partecipato sette abitanti di Pietralata di diversa età, tutti nati nella borgata.
  2. Renato Fattorini, fondatore del CAB, proveniente dalla borgata Gordiani; interno casa.
  3. Loredana Mozzilli, fondatrice del CAB; interno studio.
  4. Alberto Benzoni, vice-sindaco della Giunta Petroselli, interno casa.
  5. Tano D’Amico, Fotografo/Reporter, interno casa.
  6. Vincenzo Migliucci, del Comitato di Lotta per la casa; interno sede COBAS.
  7. Giovanni Calvani, segretario sezione PCI di Pietralata, interno casa.
  8. Luciano Greco, esterno, Pietralata.
  9. Sandro Petraglia, sceneggiatore, interno studio.
  10. Don Roberto Sardelli, parroco Acquedotto Felice, interno casa.
  11. Emidio Bianchi, Luigi Celidonio, Francesco Gori e don Roberto Sardelli, Esterno Acquedotto Felice.